Fino a ieri pensavo anch’io che un’astensione responsabile e meditata non sarebbe affatto segno di ignavia e disfattismo: tutt’altro, pensavo di astenermi per protesta!
Ora, dopo gli articoli a favore dell’astensione di Fazio e Cazzullo, in sospetto sincrono, ho cambiato idea e andrò a votare con convinzione.
Non è accettabile e molto equivoco che due autorevoli ‘voci del padrone’ (Corriere, RCS) facciano campagna per l’astensione dopo essere stati platealmente schierati per una specifica parte.
L’astensione per protesta acquisisce il significato nobile di negare il consenso e delegittimare istituzioni non più rappresentative che ripetutamente hanno violato la Costituzione sostanziale e formale.
Ma deve essere inserita in un progetto per essere efficace. Questo progetto si può costruire, ma oggi manca e quindi vale la pena esprimere la protesta con un voto.
Oltre alla legge elettorale, anche la guerra per procura contro la Russia (e prima in Iraq, Libia, Afganistan, Serbia ecc.) e l’invio di armi con conseguente aumento delle spese militari, costituiscono un’altra sia pure controversa violazione della Costituzione.
Mai come questa volta le elezioni sono diventate meri ‘ludi cartacei’ (inutili giochi di carta, come diceva Mussolini), una presa in giro della democrazia e degli elettori.
Ma se Fazio e Cazzullo ci invitano a non votare dalle tribune dei media più conservatori significa che sono stati eseguiti sondaggi attendibili secondo i quali il ‘non voto’ favorisce il partito sostenuto dall”editore di riferimento’ per cui lavorano.
E allora io voto!
Voto nonostante:
1. Le istituzioni non godano del consenso dei cittadini per questo non sono legittimate: lo dice qualsiasi sondaggio.
2. Il voto sia pesantemente condizionato da una legge elettorale inaccettabile.
3. Le elezioni siano state indette in un periodo di vacanze e disinteresse generale. Mattarella, che aveva (apprezzabilmente) agito con grande sagacia, abilità da equilibrista e criptiche misture da alchimista politico pur di formare i tre governi Conte 1, Conte 2 e Draghi, non ha esitato un momento a sciogliere le camere a fine luglio. La cosa non può che essere sospetta. Non c’è stato il tempo di organizzare una proposta politica e si è anticipato un inverno di restrizioni e sacrifici che avrebbero cambiato l’esito del voto.
4. Il voto non sia ‘libero’. Con questa legge non possiamo scegliere nemmeno i candidati, ma solo le facce – nemmeno i programmi – dei leader dei partiti.
5. Persino quando sembra di votare la persona (uninominale), è di fatto un imbroglio poiché si obbliga l’elettore a votarne anche il partito e persino la coalizione non essendo possibile il voto disgiunto. Per non parlare di candidati imposti in più collegi in cui nessuno li conosce e nei quali non sono mai andati nemmeno in vacanza.
6. I candidati e i potenziali eletti sono stati scelti dalle segreterie e, salvo il M5stelle (in modo peraltro molto mediocre), nessuno ha fatto primarie.
Ele7. Anche il premio di maggioranza sia di dubbia opportunità – se non proprio illegittimo – in un sistema proporzionale.