Ogni popolo ha il suo carnevale che chiama e celebra in vari modi, ma tutti si somigliano e il significato antropologico è simile: baccanali romani, riti Dionisiaci greci, celebrazioni citate da Tacito dei Germani che non perdevano l’occasione per grandi bevute e chissà cos’altro, Purim ebraico e le numerose feste tradizionali di questo periodo. Il rito della maschera tutela i trasgressori dall’essere riconosciuti in tempi normali e li rende ancora più liberi.
Oggi, non abbiamo bisogno di occasioni particolari di divertirci anche in modo trasgressivo ogni giorno dell’anno. Non varrebbe la pena nemmeno mascherarci per non vergognarci.L’idea che nella vita ci dobbiamo “realizzare” dal punto di vista psichico, affettivo, morale, professionale eccetera è molto recente. Nella società contadina pre-moderna un obiettivo già abbastanza ambizioso era il mero sopravvivere.
L’esistenza quotidiana consisteva nel superare carestie, freddo, alluvioni e terremoti, malattie e pestilenze. Per non parlare di occasionali guerre, prepotenze e incursioni di predoni. Per questo le comunità richiedevano comportamenti rigorosi a cui tutti erano tenuti. Queste dure leggi andavano dall’astinenza al digiuno, dalla partecipazione obbligatoria ai riti religiosi (rogazioni, novene), a una regolazione intransigente della vita sessuale e a un’obbedienza inflessibile a ruoli senza scampo.
Ma i saggi antichi conoscevano bene l’essere umano. Sapevano che al popolo occorreva dare l’opportunità di tanto in tanto di godersi la vita al di fuori di penose regole. Altrimenti avrebbero trasgredito in modo casuale e quotidiano. L’attesa del giorno della trasgressione (il Carnevale) induceva a trattenersi e rispettare le regole senza mettere a repentaglio la credibilità delle istituzioni. E allora si stabiliva una trasgressione prevista dalle regole.
I Carnevali di oggi sono solo opportune occasioni culturali, commerciali e turistiche per le città che li organizzano. Le vecchie disubbidienze – alcol, sesso, cibo – hanno poco senso nella società odierna in cui tutto è permesso e se ripetuti finiscono per ripetere comportamenti così usuali da diventare solo volgari.