Ma lo conoscente Sfera Ebbasta?
Riporto un testo di Sfera Ebbasta (con i miei commenti tra parentesi). Esprime con semplice chiarezza un sentimento di incertezza condiviso dai giovani i quali per questo lo ascoltano. Non sarà Dante o Manzoni, ma si capisce cosa vuole dire!
“Qui dove noi tutti siam cresciuti (riferimento all’infanzia)
Qui dove abbiamo perso la testa (l’arrivo dell’adolescenza)
La casa che ci manca se si parte (la paura di andarsene e diventare grandi)
Quella che ci uccide se si resta (il soffocamento di stare nella gabbia famigliare o del quartiere)
Visiera a becco ci protegge dalla tempesta (la timidezza che ti fa mettere la visiera e il cappuccio)
Quella che abbiamo dentro e invece dentro resta”.
Circa quattro anni fa morirono alcuni giovani in una discoteca in cui si teneva un concerto del noto (non a me) rapper Sfera Ebbasta. Sarei preoccupato se mia figlia o mio figlio di 14 anni fossero suoi fan e mi chiedessero il permesso di andare ai suoi concerti. Se glielo negassi, troverebbero il modo di andarci lo stesso o di farmela pagare in altro modo. Quindi, glielo accorderei, e mi imbottirei di Valium (o mi farei quella canna che non vorrei mai che loro si facessero) in attesa che ritornino sani e salvi all’ora stabilita.Questa è la triste inevitabile condizione del genitore di adolescenti.
Sarei invece terrorizzato e mi sentirei un completo fallito se i miei figli adolescenti passassero le giornate ad ascoltare musica classica, a leggere Tolstoi, a suonare il violino e disquisire di filosofia e religione. Sarebbe una catastrofe se andassero bene a scuola e fossero disinteressati di calcio, di motorini, di ragazze o ragazzi e di stupide feste. Se infine obbedissero a tutto quel che dico loro e volessero seguire le mie orme e io fossi il loro modello, mi domanderei dove ho sbagliato?
Sfera Ebbasta è bravissimo e un vero artista e si può capire perché piaccia ai ragazzini. Pur essendo vecchio – ha ormai trent’anni! – interpreta con passione gli stati d’animo dell’adolescenza, i desideri più normali ma ancora confusi. La paura di tutto, il senso di inadeguatezza che si ha a quell’età, la capacità di appassionarsi alla prima stupidaggine che viene proposta. Il piacere della cosa eclatante, l’incapacità di cogliere le sottigliezze della vita.
Sfera è un ragazzo di Cinisello Balsamo, emblematica periferia operaia di Milano, a cui la madre single ha dato nome Gionata. Non è nemmeno particolarmente arrabbiato né violento. I testi piuttosto esprimono un desiderio di riscatto dal solito “Tran tran” (titolo di un suo pezzo) di periferia: una normalissima aspirazione dei giovani di tutti i tempi e di qualsiasi classe sociale. E se c’è anche sesso e violenza è chiaro quanto essa sia solo verbale, superficiale ed espressa dalla paura propria dell’età. Non è la violenza subdola e reale dei grandi. Le frasi che alcuni hanno preso per sessiste sulle “donne da scopare” eccetera, sono perfettamente comprese dalle ragazzine. Senza troppi ragionamenti percepiscono che se un ragazzo si esprime in quel modo dimostra tutta la sua timidezza e paura di loro. Per quello non lo temono e piuttosto ridono di lui. D’altra parte, ci sono ormai “rapper” femmine (Elettra Lamborghini, MYSS KETA) che usano gli stessi linguaggi che fanno inorridire i vecchi, ma lasciano indifferenti i giovani.
A me Sfera piace: non mi vedrete mai a un suo concerto mentre potrete più facilmente incontrarmi ad ascoltare un quartetto di Beethoven con Elkann e Mentana. Ma Sfera è bravo e interpreta i sentimenti misteriosi e affascinanti degli adolescenti i quali – beati loro – hanno tempo di sbagliare e maturare purché si permetta loro di commettere quegli errori che fanno crescere.