La misura del consenso e l’articolazione dell’opinione pubblica nel Regno Unito e in Francia si stabiliscono in base alla percentuale dei voti ottenuti complessivamente dai singoli partiti e dalla percentuale dei votanti. I seggi ottenuti nei Parlamenti sono la conseguenza delle inevitabili imperfezioni dei sistemi elettorali e della rappresentanza che comportano.
Sono necessarie due valutazioni: quella sociologica sull’effettiva rappresentanza della volontà popolare nelle istituzioni; e quella politica sul numero dei seggi ottenuti dagli schieramenti e dai partiti. Le due cose dovrebbero coincidere o per lo meno avvicinarsi. Oggi, invece, si distaccano sempre di più e le elezioni in Francia e nel Regno Unito l’hanno dimostrato in modo eclatante.
Si può essere a turno contenti o scontenti dell’affermazione delle forze politiche per cui si fa il tifo. Le conseguenze non sono affatto indifferenti nei fatti concreti. Ma prima di tutto si dovrebbe sempre mettere al primo posto la valutazione dei desideri dei cittadini.
Per fare questo occorre ragionare e commentare soprattutto su quanti votano, chi hanno votato in prima istanza e in base a quali considerazioni hanno scelto.
Solo così si può capire davvero il sentimento popolare.
Accontentarsi di un’estemporanea vittoria politica equivale a considerare la politica alla stregua di una partita di calcio. Ma forse oggi è proprio così per chi si occupa di politica.
Sia nel Regno Unito (con il metodo del “First pass the Post”: vince chi arriva primo ed è finita per tutti) sia in Francia, quando fu introdotto il vigente sistema elettorale a doppio turno, si presumeva una geografia urbana e amministrativa costituita da piccoli collegi. Il rappresentante eletto era conosciuto dai cittadini ed era possibile una campagna elettorale porta a porta. Il rappresentante, di qualsiasi partito fosse, rappresentava a Londra o a Parigi un territorio e una comunità.
Ora, la geografia è cambiata come pure la comunicazione. Gran parte dei cittadini fanno parte di collegi in zone altamente urbanizzate e anonime. E anche se non si tratta di grandi concentrazioni urbane, la mobilità comporta uno scarso radicamento sul territorio. Il rappresentante politico eletto è spesso un estraneo sconosciuto ai più che risponde al proprio partito più che al territorio e al collegio che l’ha eletto.
Di conseguenza la comunicazione politica avviene sui grandi media nazionali. Si vota in modo astratto e dipendente dalle campagne dei media maggiori controllati dai governi o da grandi corporazioni.
Mentre nel Regno Unito il bipolarismo è un fatto tradizionale rinforzato dallo sradicamento della politica dal territorio, in Francia è creato dal sistema a doppio turno. Ma il bipolarismo non è un dogma.