Non mi sarei mai ricordato del ventennale dell’invasione dell’Iraq se non ci fosse stata la concomitante provocazione dell’incriminazione di Putin da parte della ormai squalificata International Criminal Court. Un atto apparentemente improvvido le cui conseguenze qualcuno avrà ben meditato, si spera.
A prima vista, questo intervento della ICC, o rivela una somma arroganza oppure è assolutamente scriteriato e autolesionista. Potrebbe essere entrambe le cose: si diventa arroganti quando ci si sente insicuri.
Ma questo ventennale mi ricorda anche una magnifica vacanza a girovagare in macchina per il Salento nelle settimane immediatamente prima dell’attacco. A migliaia di finestre era esposta la bandiera della pace, come lo era d’altronde in tutta Europa.
Persino in U.S., ogni giovedì alle 5 del pomeriggio vicino a casa mia già da qualche mese manifestavamo per la pace presso la comunità dei quaccheri.
Solo una parte dell’opinione pubblica americana era favorevole alla guerra e questi idioti (lasciatemelo dire perché hanno dato prova oggettiva di esserlo) rifiutavano di mangiare ‘French fries’ perché la Francia s’era rifiutata di partecipare all’attacco.
Questo per dire il livello di stupidità e di libera informazione.
Il 20 marzo del 2003, i cittadini europei erano contrari a quel barbaro attacco a un Paese stabile e pacifico nonostante le persistenti infiltrazioni di abili mestatori americani, gli stessi che hanno agito in Ucraina, in Russia stessa (senza successo), e ora agiscono in Georgia, in Iran e ovunque. E non ci viene ricordato oggi come in Turchia Erdogan sventò nel 2016 un colpo di Stato organizzato dai militari turchi collegati alla NATO (un film già visto nel 1971 e nel 1980) e da Gülen, un discusso accademico turco residente e protetto in USA. Non se ne parla più…
Deduco tristemente e con rabbia, allora e ancor più ora, come l’opinione pubblica non conti nulla nei Paesi che si dicono democratici… La democrazia è finita, sono finiti governi onesti in occidente.
Saddam Hussein era un dittatore (secondo i parametri occidentali), ma conservava l’equilibrio tra le diverse componenti politiche ed etniche dell’Iraq – come faceva Gheddafi in Libia – e soprattutto impediva che le multinazionali straniere si appropriassero delle ricchezze del Paese. Il suo partito laico, il Bath, era ispirato a ideali Mazziniani. La sua caduta ha dato spazio agli integralisti islamici.
Lo sfacelo di una guerra impari e vigliacca, dichiarata sulla base di una provata e ammessa menzogna divulgata da Powell alle Nazioni Unite che ha mentito sapendo di mentire, ha comportato una distruzione e una guerra civile che dura da vent’anni, ai profughi e ai grandi affari dei commercianti e produttori di armi e delle multinazionali con i loro eserciti mercenari (contractors) che tuttora sono nel Paese a rubare.
Ricordiamo anche gli italiani, militari e mercenari, andati a morire a Nassiriya e altrove che hanno partecipato a una guerra vile e indegna: una vergogna nazionale come altre che l’hanno preceduta e che si sta replicando in Ucraina. Se non ci opponiamo siamo complici.