In questi mesi capita che, se qualcuno solleva critiche alla politica degli Stati Uniti e dei Paesi occidentali, venga tout-court tacciato di “antiamericanismo”, spesso anche in modo aggressivo. Nessuna sorpresa: oggi il linguaggio violento e lo schierarsi in fazioni rifiutando ogni dialogo critico costituisce il modo di porsi usuale in una società logora e stressata. Di fatto, all’antiamericanismo si oppone lo speculare pregiudizio “americanista”. Uno dei campioni di questo modo di (non) pensare è Federico Rampini. Con un provincialismo alquanto grossolano, imita vecchi personaggi della TV americana (Larry King in bretelle), ripete luoghi comuni e atteggiamenti tendenti a esaltare a […]